giovedì 29 novembre 2012

Acqua alta sì, acqua alta no: a Venezia con due simil pugliesi

Se c'è ancora qualcuno che sfoglia la bella margherita per sapere se esiste o no la corrispondenza di amorosi sensi con l'amato (m'ama o non m'ama), per me le cose stanno in maniera un tantino diversa.
Sì, perchè da un paio di mesi a sta parte io sfoglio il web. Per cosa? Per sapere se devo o meno indossare i miei stivali fashion (di cui ho parlato già qui) prima di uscire al mattino.
E se ieri l'ho scampata bella, oggi proprio no e gli stivali ho dovuto indossarli.....ma inutilmente.
E' che nelle ultime settimane, le previsioni tendono all'eccesso. Del resto, melium abbundare quam deficiere!!!
Beh, è anche questo il fascino di Venezia!
Ma andiamo ai pugliesi, o simili.
Uno è il maritiozzo, di cui ho spesso narrato i tanti pregi e i pochi difetti.
Perchè lo definisco simil pugliese? Perchè lui di pugliese ha il sangue, le origini, i colori. Ma a far da contorno a tutto ciò c'è una mentalità che io definirei a tratti svizzera, a tratti altoatesina: preciso, puntuale, ordinato, organizzato....La migliore considerazione che io possa aggiungere a quanto appena asserito è che per fortuna gli opposti si attraggono....ergo la moglie del simil pugliese (io, ovviamente) è tutt'altro che precisa, ordinata, organizzata.....del resto ogni mela ha la sua metà!|
E nella bella Venezia, tra Rialto e San Marco, io sto scrivendo questo post con il mio magico smartphone, per donarvi la ricetta di questa meraviglia.



E' il più bel pane che io abbia mai realizzato....una vera e propria esplosione di saccaromiceti che proprio non mi aspettavo! Visto che crosta? Son soddisfazioni!
Perchè simil pugliese? Perchè pur restando fedele al disciplinare che prevede, pasta madre e semola rimacinata di grano duro per un minimo dell'80% rispetto al totale della farina, questo pane non è stato realizzato con grani del territorio pugliese.
Per cui questo meraviglioso frutto della mia panificazione casalinga è qualcosa di solamente simile all'originale dop.
Alla fine di questo bella dissertazione, se volessimo utilizzare un pò di matematica, mi piacerebbe coniare il primo criterio di congruenza del pane di Altamura: se due pani son realizzati con pasta madre e con l'80% di semola rimacinata allora sono simil pugliesi!!!! ahahahahahah


Ingredienti
200 gr di pasta madre rinfrescata (oppure 20 gr di lievito di birra)
480 gr di semola rimacinata di grano duro
120 gr di farina 0 (almeno 11% proteine) (260 gr se con lievito di birra)
420 gr di acqua (480 gr se con lievito di birra)
14 sale
1 cucchiaino di malto d'orzo

  • In una ciotola, inserire l'acqua e la pasta madre e con le mani sciogliere la pasta madre.
  • Aggiungere il malto d’orzo e mescolare.
  • Aggiungere le farine ed impastare energicamente. Aggiungere il sale, fintanto che l'impasto risulti ancora umido.
  •  Impastare a lungo, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
  •  Porre l'impasto su di un piano di lavoro leggermente infarinato. Lavorare brevemente e riporlo in una ciotola a riposare per almeno un’ora, ricoperto da pellicola.
  •   Trascorso questo tempo, prendere l'impasto ed eseguire un giro di pieghe di rinforzo, come segue: Stendere l'impasto in un rettangolo con le mani e portare il lembo superiore verso il centro e sovrapporvi il lembo inferiore. Si ottiene, così, un rettangolo più stretto, di cui ora vanno sovrapposti i lembi destro e sinistro, portandoli verso il centro, come fatto prima. Porre nuovamente nella ciotola a riposare, con le pieghe sotto e coperto da pellicola.
  • A questo punto, rivestire con un canovaccio di lino (o anche cotone pesante) un cestino rotondo o una ciotola abbastanza capienti. Cospargere il canovaccio di abbondante semola rimacinata (volendo anche farina).
  •  Riprendere l'impasto e sul piano di lavoro spolverizzato di farina, dare la forma tondeggiante di pagnotta.
  •  Porre l'impasto nel cestino (o ciotola), spolverizzare la superficie di semola (o farina) e ripiegare i lembi del canovaccio sulla pagnotta. Sigillare il cestino (o ciotola) con la pellicola.
  •  Far lievitare la pagnotta in frigo per almeno 12 ore oppure a temperatura ambiente per almeno tre ore o comunque fino a che l'impasto triplicherà.
  •  Se si è lasciato maturare l’impasto in frigo, dopo almeno 12 ore, togliere l'impasto dal frigo e lasciarlo a temperatura ambiente un paio d'ore.
  •   Una volta che l'impasto sarà lievitato, accendere il forno a 250°C e porre al suo interno una piccola teglia con dell'acqua, che fornirà il giusto vapore per la cottura.
  • Quando il forno sarà giunto a temperatura, rivestire la leccarda con carta forno; eliminare la pellicola dal cestino (o ciotola), staccare delicatamente il canovaccio dalla superficie della pagnotta; appoggiare la carta forno e la leccarda sopra al cestino e ribaltare velocemente l'impasto sulla leccarda. Sfilare il cestino e staccare delicatamente il canovaccio. Quest'ultima operazione è molto delicata: l'impasto potrebbe strapparsi e quindi sgonfiarsi.
  • Intagliare a piacere.
  •  Infornare immediatamente. Cuocere per i primi 30 minuti a 250°, poi abbassare a 200° la temperatura e togliere la teglia con l'acqua, in modo da consentire alla crosta di formarsi. Continuare la cottura per ancora 20/30 minuti.
  • Spegnere il forno. Attendere qualche minuto, poi sfornare e far raffreddare in posizione verticale con il forno in fessura.